I risultati dell’indagine “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z” dell’Istituto superiore di sanità
che ha coinvolto nell’autunno del 2022 circa 18mila studenti e genitori su tutto il territorio nazionale,
selezionati in modo da avere un campione rappresentativo della popolazione, sono stati presentati il 28
marzo, documentando un elevato rischio per i giovani della Generazione Z, nati tra il 1996 e il 2010, di
dipendenze comportamentali:
– la Food addiction, ossia la tendenza a mangiare in maniera incontrollata cibi spazzatura, ricchi di zuccheri
e/o grassi, colpisce oltre 1 milione e 150mila adolescenti tra gli 11 e i 17 anni, in particolare ragazze e specie
delle scuole superiori;
– la dipendenza da videogiochi (Internet Gaming Disorder) interessa quasi 500mila studenti, il 12% degli
intervistati, soprattutto maschi, con percentuale che arriva al 18% negli studenti maschi delle secondarie di
primo grado;
– la frequentazione compulsiva di canali social come Facebook, Instagram, Tik Tok, Twitch coinvolge quasi
100mila adolescenti (il 2,5% del campione, percentuale che nel genere femminile raggiunge il 3,1% nelle
studentesse di 11-13 anni e il 5,1% nelle studentesse di 14-17 anni), con vari comportamenti a rischio
collegati, quali sfide social (social challenges), doxing (ossia la diffusione online di foto, video o altri dati
personali riguardanti una persona senza il suo consenso), sexting (l‘invio o ricezione di messaggi, video e
foto personali a sfondo erotico), morphing (la modifica della propria immagine attraverso App per
migliorare il proprio aspetto o nascondere eventuali difetti o imperfezioni);
– il ritiro sociale nella propria camera per almeno 6 mesi, senza mai uscire (Hikikomori) riguarda l’1,8% degli
studenti delle medie e l’1,6% di quelli delle superiori; la prevalenza più alta si ritrova nelle femmine;
– l’uso di cannabis è riportato tra gli studenti delle superiori nel 22,3%. Non ci sono differenze sostanziali tra
maschi e femmine; si riscontrano percentuali più alte di ragazzi che presentano food addiction, social media
addiction e isolamento sociale. Inoltre tra i ragazzi che hanno fumato cannabis c’è una percentuale
maggiore di fumatori, consumatori di alcol, di episodi di ubriacature nell’ultimo mese, di consumo di altre
sostanze d’abuso e ansiolitici.
Queste dipendenze espongono gli adolescenti ad aumento significativo del rischio di depressione e ansia
sociale. Alla base, ci sono soprattutto le difficoltà a parlare con i propri genitori di cose che li preoccupano,
soprattutto i ragazzi delle scuole medie. Oltre ai problemi di comunicazione, lo studio mette in luce la
difficoltà dei genitori di percepire i comportamenti a rischio dei figli, con atteggiamenti che oscillano dalla
scarsa attenzione all'eccessiva preoccupazione.
Vai all’articolo:
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-
analisi/articolo.php?articolo_id=112427&fbclid=IwAR2K5OXwg53imYt9C4vg3mxOoE7zs13byPrUCyjYUXjIHn
WRvQ0OTIE5ox8