Diffusi dall’Istituto superiore di sanità i dati sulle social challege, le pericolose sfide condivise sui social come quella che ha portato all’incidente a Casal Palocco e alla morte di un bambino di 5 anni, ottenuti da uno studio epidemiologico realizzato dal Cndd nell’ambito del Progetto dipendenze comportamentali nella Generazione Z, realizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità con il supporto del Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tra gli studenti italiani di età tra gli 11 e i 17 anni il 6,1%, in tutto circa 243mila ragazzi, ha partecipato almeno una volta nella vita a una sfida social pericolosa. Sono più coinvolti i maschi e i più giovani. Per lo studio sono stati intervistati nell’autunno del 2022 più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, su tutto il territorio nazionale, selezionati in modo da avere un campione rappresentativo della popolazione. Tra le più pericolose:
Skullbreaker challenge (“spacca cranio”): la sfida vede due complici sfidare la vittima a imitare i loro movimenti e a compiere un salto. In un primo momento i due complici si mettono ai lati della vittima e saltano contemporaneamente. In seguito sfidano la vittima dello scherzo, posta al centro, a fare lo stesso. Nella fase aerea del salto i due complici colpiscono con un calcetto all’altezza dei polpacci il povero malcapitato per far cambiare il baricentro della vittima e farla cadere al suolo di schiena. La caduta, che a quel punto non si può più controllare a causa dell’inaspettato cambio del punto di equilibrio, fa impattare violentemente la vittima al suolo, facendole sbattere la schiena e la nuca. Una caduta del genere potrebbe causare gravissimi danni a chi subisce lo scherzo: svenimento immediato per via dello scuotimento del cervello, traumi cranici che possono portare a danni cerebrali permanenti, traumi alla colonna vertebrale, fino alla paralisi.
Knock out challenge: aggressioni ai danni di un passante con l’intento di “metterlo fuori combattimento”, con un solo colpo: schiaffi, pugni o oggetti contundenti. L’aggressore si avvicina, per chiedere l’ora e colpisce all’improvviso con violenza in testa, fino a lasciarla tramortito a terra, mentre avviene la videoregistrazione dell’aggressione fisica da parte dei complici, per la pubblicazione del filmato nei social network.
Balconing challenge: saltare da un balcone o da una finestra posti a un piano elevato all’interno di una piscina o di un altro balcone. Tale attività viene solitamente effettuata sotto l’effetto di alcool e droghe, e il salto viene filmato per poi essere caricato su siti web. La moda del balconing ha avuto inizio nelle isole Baleari di Ibiza e Maiorca nei primi anni duemila: dal 2005 al 2009 sono stati registrati almeno 10 casi di balconing ad estate. La massima diffusione si è però avuta nell’estate 2010, con oltre trenta casi di balconing. A causa della sua elevata pericolosità la pratica del balconing ha causato nel solo 2010 sei morti e undici feriti.
Tide Pods Challenge prevede filmarsi mentre si morde e si finisce per mangiare le capsule trasparenti contenenti detersivo per la lavatrice. Che sono notoriamente tossiche.
BirdBox Challenge prevede di compiere azioni da bendati su ispirazione di Bird Box, film diffuso a dicembre 2018 da Netflix, con protagonista Sandra Bullock, i cui protagonisti stanno bendati per evitare un’entità misteriosa che induce al suicidio chiunque la guarda.
Alle challenge sono correlati altri comportamenti a rischio legati all’utilizzo di internet, quali
Doxing: diffusione online di foto, video o altri dati personali riguardanti una persona senza il suo consenso
Sexting: invio o ricezione di messaggi, video e foto personali a sfondo erotico
Morphing: modifica della propria immagine attraverso App per falsificare il proprio aspetto).
Vai all’articolo: