Aiutare i “nuovi” giovani: “Adolescenza dai 9 ai 30 anni”

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BERTELLONI (SIMA): “Re-inventare la medicina scolastica”.
22 dicembre 2008 (DIRE – notiziario Minori)

Recenti episodi di cronaca hanno messo ancora una volta l’accento su comportamenti violenti da parte di gruppi di giovani in età sempre piu’ precoce.

Di fronte al problema del bullismo giovanile, viene da chiedersi perche’ questo incremento dei comportamenti a rischio nei giovani e, soprattutto, chi sono gli adolescenti oggi.

Il professor Silvano Bertelloni, presidente della Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima), traccia il profilo dell’età adolescenziale oggi, sostenendo che “la classica definizione che individua l’adolescenza come il periodo che va da circa 11 a 18/20 anni e’ ormai ampiamente superata dagli eventi, che vedono un’anticipazione sia degli eventi biologici (cioè dello sviluppo puberale) che di quelli sociali, individuabili nei comportamenti”.

Per quanto riguarda il primo aspetto, “da circa un secolo si assiste ad un costante e progressivo anticipo dello sviluppo puberale, soprattutto delle bambine, il che comporta un conseguente anticipo dell’effetto degli ormoni sessuali sul cervello.

I dati rilevati nel rapporto 2008 della Società Italiana di pediatria (SIP) tra ragazzi delle scuole medie- continua Bertelloni- dimostrano come non solo il bullismo ma anche altri comportamenti a rischio (abuso alcol, fumo droga; predisposizione al doping per migliorare le performance sportive, atteggiamenti nutrizionali, uso di psicofarmaci, scarse conoscenze in fatto di sessualità) hanno raggiunto percentuali abnormi”.
A fronte di questi “cambiamenti biologici e comportamentali rimane nella sostanza invariato il pattern di sviluppo psicologico, così che per la prima volta nella storia dell’evoluzione dell’uomo assistiamo oggi ad una dissociazione tra maturazione somatica e neuro-psicologica proprio nel momento piu’ delicato della vita dell’individuo”.

Su queste basi, la Società italiana di medicina dell’adolescenza ha recentemente proposto di ampliare i limiti cronologici dell’adolescenza da 8-9 anni fino a tutta la terza decade di vita nel caso di problemi di tipo medico o psico-sociale, per non perdere la continuità di cura.

“Come Sima- annuncia il presidente- abbiamo proposto di perseguire tre linee principali di intervento: la prevenzione in ambito collettivo, portando la pediatria nelle scuole, al fine di re-inventare la medicina scolastica con nuovi compiti, come quello dell’educazione alla salute. Tale attività dovrebbe essere sviluppata sul modello delle ‘school clinics’; un approccio individuale alla prevenzione attraverso bilanci di salute nell’adolescente, in collaborazione con i servizi sociali e con protocolli informativi per le malattie croniche. E infine, una serie di modalità alternative per diffondere gli aspetti pedagogici del pediatra attraverso i media”.

Il presidente della Sima conclude lanciando un appello: “I messaggi che vengono dalla società degli adolescenti dimostrano che sono sempre piu’ urgenti scelte coraggiose non solo in termini di politica sanitaria, formazione e organizzazione dei servizi per questa fascia di età, troppo spesso negletti, ma anche una maggiore interazione tra società scientifiche, organizzazioni sindacali, istituzioni e singoli professionisti interessati a promuovere la salute dei giovani in progetti coordinati ed intersettoriali, affinché ognuno non resti chiuso nel proprio ‘spazio’, mentre abitudini e comportamenti degli adolescenti si modificano ancor piu’ velocemente di quanto gli adulti possano progettare di intervenire”.