Nella valutazione del rischio cardiologico per un minore, per prima cosa chiedere nell’anamnesi familiare
se casi di morte improvvisa al di sotto dei 40 anni; in quella personale se il bambino abbia mai presentato
perdita di coscienza e dolore al torace, da approfondire se si sviluppano durante l’attività fisica o in
posizione sdraiata a letto, e se il bambino si stanca prima dei compagni, o ha mai avuto episodi di cianosi. A
partire dal terzo anno di vita la misurazione della pressione arteriosa dovrebbe essere effettuata almeno
una volta l’anno, confrontando i valori con i percentili di riferimento per l’età. Per quanto riguarda i soffi,
nella metà dei bambini fino a 9-10 anni si può rilevare, per un periodo della vita, un soffio innocente, che
poi solitamente scompare salvo poi ripresentarsi in corso di febbre o di altre condizioni. Un semplice
criterio per stabilirne l’innocenza consiste nel verificare se la sua intensità si riduce in posizione seduta. Il
soffio innocente nella quasi totalità dei casi compare dopo il primo anno di vita, è sistolico (un soffio
diastolico non cambia con la posizione, non è mai innocente e deve essere indagato con un’ecocardiografia)
e non pregiudica alcuna attività sportiva. La cardiomiopatia ipertrofica, l’origine anomala delle coronarie e
le canalopatie familiari come la sindrome del QT lungo e di Brugada sono causa di morte improvvisa: nel QT
lungo il decesso ha luogo sotto sforzo, quando la frequenza cardiaca è elevata, mentre nella sindrome di
Brugada a riposo. Di comune riscontro all’Ecg sono le extrasistoli, sopraventricolari e ventricolari: se
monomorfe, isolate e sporadiche sono benigne e non richiedono approfondimento, altrimenti sono indicati
un Holter cardiaco e un test da sforzo su tapis roulant: la riduzione numerica o la scomparsa delle
extrasistoli con l’aumento della frequenza cardiaca confermano la benignità del fenomeno e rassicurano il
pediatra sulla possibilità di rilasciare il certificato di idoneità sportiva.
Vai all’articolo: