Laura Penta, della Clinica Pediatrica di Perugia, presenta sulla Rivista Italiana di Medicina dell’Adolescenza
(Volume 22, n. 2, 2024) lo studio che ha effettuato col tutoraggio di Maria Laura Iezzi, Clinica Pediatrica, PO
San Salvatore L’Aquila, per la tesi del suo Master in Medicina dell’Adolescenza presso l’Università de
L’Aquila. La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), il più comune disturbo endocrino nelle donne in età
fertile, si caratterizza tipicamente per oligo/anovulazione, iperandrogenismo e morfologia policistica
dell’ovaio. Nelle adolescenti, la prima linea di trattamento si fonda sul cambiamento degli stili di vita, con
riferimento ad attività fisica, dieta e lotta all’eccesso ponderale. I farmaci tradizionalmente usati nel
controllo della patologia (estroprogestinici, metformina, antiandrogeni) vanno scelti seguendo
rigorosamente le linee guida per il timore di effetti collaterali in giovani pazienti che si presume dovranno
farne un uso protratto. Molti nuovi farmaci sono sperimentati con risultati incoraggianti e scarsi rischi sotto
il profilo della sicurezza (inositoli, acido alfa-lipoico, berberina, N-acetilcisteina, vitamina D, cromo,
probiotici, prebiotici e simbiotici) ma le evidenze non sono ancora sufficienti a promuoverne un uso
codificato da linee guida.
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