“Dopo di noi… la loro vita continua! Ma quale vita?”: è la domanda che si sono posti i genitori di Leo,
ventenne con disturbo dello spettro autistico, figlio unico, di Sarzana. E’ l’angoscia di tutti i genitori di figli
speciali. Il padre ha pensato di lanciare una raccolta fondi col crowdfunding per dare vita al progetto
“Sinapsi – La casa di Leo”, che consiste nel creare una casa basata sulla ‘domotica interattiva’ dove sia la
casa stessa a guidare il ragazzo, che non è in grado di esprimere i suoi bisogni o dare dei comandi. Si tratta
di un sistema sperimentale informatico automatizzato che funziona con mille sensori disseminati per casa
che riescono a capire cosa sta facendo Leo in ogni momento della giornata. Leo risponde in modo adeguato
agli stimoli che riceve, perché la voce che sente con le azioni da compiere appartiene alla mamma e al
papà, quindi esegue esattamente tutto quello che gli viene detto. L’obiettivo è sostituire, almeno in parte,
una figura di supporto fisica: dice a Leonardo ad esempio di vestirsi, lavarsi, apparecchiare la tavola,
prepararsi per uscire, chiudere il fornello o il rubinetto dell’acqua aperto. “Sinapsi” permette di impostare e
programmare le attività della giornata e anche di vedere a distanza con il cellulare quello che la persona sta
facendo in un determinato momento. Con “Sinapsi” sarà possibile offrire a queste persone la possibilità di
vivere da soli in casa propria. Per condividere il suo progetto con tutti Gianfranco Leonide, padre di Leo, ha
scritto e pubblicato un libro disponibile su Amazon, intitolato: ‘Sinapsi: la casa di Leo’.
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