La narrazione negli adolescenti post-pandemia COVID-19

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Luisa Nadalini, psicologa, psicoterapeuta, autrice di testi, già Direttrice dell’Unità S. Dipartimentale
Psicologia Clinica e della Struttura S. Funzionale Psicologia Oncologica dell’AOUI di Verona, giurata del
concorso letterario- artistico “Con ali di carta” dell’AOUI-Verona, Pediatria di Borgo Trento, firma sulla
Rivista Italiana di Medicina dell’Adolescenza (Volume 22, n. 2, 2024) un articolo che approfondisce gli
effetti negativi sugli adolescenti della pandemia da SARS-CoV-2. “Si è trattato”, spiega, “di un’interruzione
che ha avuto un impatto sullo sviluppo naturale dell’adolescenza, naturalmente caratterizzata da
interazioni di gruppo. La pandemia di SARS-CoV-2, durata più di tre anni, ha rappresentato un’esperienza
traumatica ricca di pensieri di morte anziché di vita, paura anziché coraggio, rapporti virtuali anziché reali e
un comune stato di angoscia. I giovani hanno registrato significativi aumenti di disturbi somatici, abusi
alimentari e un accresciuto accesso ai servizi di cura e ricovero. Tra gli strumenti che possono essere
utilizzati dai medici e dal personale sanitario per migliorare il benessere emotivo, la medicina narrativa può

essere utile nell’elaborazione dei traumi adolescenziali: il racconto autobiografico infatti favorisce il
processamento degli eventi di vita”.

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