Neuropatia ottica nutrizionale: dieta a base di patatine fritte e salsicce fa perdere la vista ad un ragazzo

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Un caso che fa e farà discutere molto. Annals of Internal Medicine pubblica un case report del Brisol Eye Hospital dell’Università di Bristol circa un adolescente inglese che, a causa di un disturbo del comportamento alimentare non riconosciuto e non adeguatamente trattato, è andato avanti per almeno dieci anni a nutrirsi solo di patatine fritte, Pringles e insaccati. Ne è derivata una neuropatia ottica nutrizionale, esitata in una perdita della vista irreversibile. Il junk food, è decisamente un nemico per la salute. Un nemico che purtroppo fa grande presa sul pubblico per un marketing aggressivo, per la disponibilità ad ogni angolo, per i prezzi bassi, anzi bassissimi. I rischi più noti contemplano aterosclerosi, obesità e cancro. Il ragazzo della segnalazione ha manifestato anemia macrocitica da deficit di vitamina B12, ipoacusia neuro-sensoriale, perdita dell’acuità visiva, difetti della visione centrale bilaterali e perdita di fibre del nervo ottico, bassi livelli di rame e selenio, carenza di vitamina D, con densità minerale ossea ridotta. E’ rarissimo nelle Nazioni occidentali imbattersi in una neuropatia ottica nutrizionale, sostenuta da deficit di rame, tiamina (vitamina B1), riboflavina (vitamina B2), niacina (vitamina B3), piridossina (vitamina B6), folati (vitamina B9) e cobalamina (vitamina B12), che peraltro non sono facili da dosare. Il caso di questo paziente è emblematico perché tutti questi deficit sono rimasti ignorati dai medici per anni; anche il dosaggio della vitamina B12 è largamente inattendibile (molto più indicativi di deficit funzionale di vitamina B12 sono, come visto, i livelli di omocisteina e di acido metil-malonico). La patologia del ragazzo, purtroppo per anni indiagnosticata, è inquadrabile in un disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, un’entità nosologica relativamente nuova, non scatenata da dismorfofobia o da preoccupazioni di peso corporeo. Il disturbo esordisce in età infantile, si manifesta con mancanza di interesse nel cibo, con aumentata sensibilità alla consistenza del cibo e dalla paura delle conseguenze dell’alimentarsi. Gli esperti dell’Università di Bristol suggeriscono dunque di considerare la diagnosi di neuropatia ottica nutrizionale in tutti i soggetti con una riduzione del visus inspiegabile, che seguano una dieta sbagliata. Questa condizione è potenzialmente reversibile se intercettata precocemente. In caso contrario porta ad un danno permanente della vista, come nel caso segnalato.

Tratto da Quotidiano Sanità
Lettera originale: https://annals.org/aim/article-abstract/2749497/blindness-caused-junk-food-diet