Perdere peso? Ok, ma non chiamatela dieta dimagrante

Condividi:

Perdere il peso in eccesso: un obiettivo sicuramente importante. Ma per migliorare la salute e il benessere,
piuttosto che per l’estetica o la pressione sociale. Soprattutto, per migliorare la Qualità della Vita (QoL).
Infatti, nelle persone con obesità il disagio fisico, psicologico e sociale comportano un deterioramento della
QoL, di grado tanto più grave quanto più aumenta il BMI (Body mass index, Indice di massa corporea). Per
dimagrire, bisogna innanzitutto comprendere che essere in sovrappeso non è un demerito personale.
Bisogna uscire dallo schema mentale che la persona sia obesa per sua colpa, perché mangia troppo. La
causa dell’obesità è l’ambiente: disponibilità di cibo spazzatura, riduzione del movimento, pressioni del
marketing alimentare. La dieta “da fame” non funziona: provoca un calo ponderale transitorio, cui il corpo
reagisce consumando di meno (“Termogenesi Adattativa”) per riportare il peso all’Adipostat ipotalamico,
cioè quello che ormai considera il suo peso giusto. Inoltre, le privazioni alimentari creano una forte fame e
possono alterare il rapporto col cibo aprendo le porte a disturbi alimentari. Purtroppo, il 95% di chi segue
una dieta restrittiva riprende i chili persi nei 2 anni successivi. La modalità giusta consiste invece in

interventi comportamentali con il supporto integrato di più figure professionali:
medico/nutrizionista/psicologo/educatore motorio, che creano l’Educazione Terapeutica, capace di
modificare l’atteggiamento di tutta la famiglia verso scelte alimentari e movimento.

Vai all’articolo:

https://ilgrandfood.it/perdere-peso-ok-ma-non-chiamatela-dieta-dimagrante/?fbclid=IwY2xjawFjk5ZleHRuA2FlbQIxMQABHYaHvOSDv4F9g1RCa2xDiPLYvlxO901e6fw58S2XSGl4ipQxEje5y0eiOA_aem_GTHRkjvo1hKnlYwvNTV-iQ