Quando è il minore a commettere reato. La posizione del Garante per l’infanzia

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L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha affrontato nel convegno “Riscoprire il futuro. Diritti, responsabilità e percorsi nel sistema penale minorile” a Roma il tema spinoso della giustizia minorile. “I minorenni autori di reato non vanno criminalizzati, ma aiutati a riscoprire il futuro, così come devono essere sostenute le vittime”. Riferendosi a un’opera di Fernando Pessoa, “Il libro dell’inquietudine”, la garante ha affermato: “Ogni ragazzo è una sinfonia di diversi strumenti, ognuno dei quali deve essere esaminato per capire perché la sinfonia si è interrotta”. E in tal senso ha sottolineato che un giovane che delinque viola il patto che consente la convivenza civile e dimostra di non sentirsi più parte della comunità. Allora, al ragazzo la giustizia penale minorile deve restituire il sistema valoriale che gli manca per il fallimento delle agenzie educative primarie, famiglia e scuola. Alfio Maggiolini, professore di Psicologia dinamica all’Università Milano Bicocca, ha evidenziato che “l’adolescenza è un’età ad alto rischio per la commissione di reati e la loro recidiva. I ragazzi che commettono reati hanno propensione a impulsività, emotività negativa, poca empatia verso gli altri e pochi sensi di colpa. Occorre prevenzione e azione sul contesto di vita”. La proposta del Garante è di diffondere la cultura della giustizia riparativa (o rigenerativa), un approccio che consiste nel considerare il reato principalmente in termini di danno alle persone. Da ciò consegue l’obbligo, per l’autore del reato, di rimediare alle conseguenze lesive della sua condotta nei confronti della vittima.

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https://www.agensir.it/italia/2022/11/22/giustizia-minorile-garlatti-permettere-ad-autori-di-reato-vittime-e-comunita-di-riscoprire-il-futuro/?fbclid=IwAR3_AXtEgBSrO5ZMw9mOf0FuJ8CiEdR4FSXdoMmr9ApTf0E6V0ytUZL0zhE