Molta letteratura riporta le potenziali conseguenze dell’assunzione di cannabis da parte di adolescenti e
giovani adulti sullo sviluppo della struttura cerebrale, sulla salute mentale e sul rendimento scolastico, con
perdita di memoria, incapacità a concentrarsi, difficoltà a sviluppare pensieri propri e a seguire in modo
produttivo quanto richiesto dai programmi scolastici. Per superare tuttavia le limitazioni metodologiche di
molti studi, Chan e collaboratori hanno condotto uno studio gigantesco e, per quanto possibile,
metodologicamente quasi ineccepibile. Questi autori hanno considerato tutte le pubblicazioni
sull’argomento editate fino a Novembre 2023 e hanno utilizzato le metodiche più qualificate a selezionare i
lavori di qualità. Partendo da 34.088 pubblicazioni, gli autori hanno selezionato 63 studi relativi all’uso della
cannabis e le sue conseguenze sulle attività scolastiche, per un totale di più di 400.000 adolescenti e giovani
adulti. Gli autori hanno concluso che l’uso della cannabis comportava: un titolo di studio inferiore, un meno
frequente accesso all’università o a titoli postuniversitari, un più facile abbandono scolastico e maggiori
assenze da scuola. Meno certa l’associazione con difficoltà a trovare lavoro. Gli effetti crescono all’aumento
dell’uso e con l’inizio prima dei 16 anni. Gli effetti sono peggiorati per il fatto che il contenuto di
tetraidrocannabinolo nei prodotti è passato dal 4% al 14% dal 1995 al 2019. Questi dati mettono in
discussione la possibilità di rendere legale l’uso della cannabis anche a scopo ricreativo. Altri studi hanno
associato l’uso della cannabis con lo sviluppo di psicosi, depressione, tendenza al suicidio, sebbene
potrebbe essere la pre-esistenza di disturbi mentali a favorire il consumo di cannabis.
Vai all’articolo: